Quando nella seconda metà degli anni Venti il Regime fascista attuò il programma per far nascere nella Capitale una grande squadra calcistica (la AS Roma nel 1927) fondendo tra loro numerose squadre romane e allo stesso tempo intese preservare la S.S. Lazio, il Trastevere, opponendosi fieramente a quella liquidazione, riuscì a non farsi accorpare e a conservare così il proprio nome e la propria storia.
Tra il Regime e il Trastevere non corse mai buon sangue: ciò sia per il noto orgoglio trasteverino,ma soprattutto perché nelle file della squadra del Rione vi militavano sempre alcuni giocatori non “ariani”, provenienti dal vicino Ghetto e dai vicoli trasteverini da sempre abitati da tutti coloro che non trovavano casa nel piccolo adiacente quartiere del Portico d’Ottavia.
Nel dicembre del 1935, in occasione della giornata “oro alla patria”, il Trastevere fu “chiacchierato” perché donò poche coppe e medaglie allo Stato. Il 24 aprile del 1938 pagò caro il suo svogliato allineamento al Regime allorché, nella partita decisiva per la promozione in Serie C a Terni, la milizia fascista, presente a bordo campo, con pesanti minacce determinò la sconfitta del Trastevere,facendo passare la Barzocchini Terni.
L’11 novembre 1938 vengono poi emanate le leggi razziali e, nuovamente il Trastevere calcio non si allinea. Mentre il 30/11/38 la SS Lazio, con proprio comunicato annuncia: “la società sta provvedendo alla radiazione dei soci non di razza ariana” e l’allenatore del Bologna Arpad Weisz (3 volte campione d’Italia) viene epurato, successivamente deportato morirà ad Auschwitz,il Trastevere mantiene in squadra il terzino Di Giuliomaria e il forte mediano Roma entrambi “non ariani”, infischiandosene altamente della infamissima legge.
Di Giuliomaria giocherà la sua ultima partita col Trastevere il 18 giugno 39; nella successiva stagione 39/40 benché risulti confermato dall’inizio della stagione ( pag. 82 Annuario di M. Izzi)non comparirà mai nella formazione del Rione. Col mediano Roma, il Trastevere sfiderà l’ignobile legge a lungo.
Il calciatore giocherà la sua ultima partita allo stadio della Rondinella il 2 giugno 1940, Trastevere-Tivoli 2-0.
Pochi giorni dopo l’inizio della guerra inghiottirà ogni corpo e ogni coscienza.