Il direttore sportivo amaranto commenta il primato in classifica sugellato dal successo in casa dell’Avellino: “Manteniamo i piedi per terra, il campionato è lunghissimo”

Nella città eterna, all’ombra del cupolone, brilla, grazie ad un pallone di cuoio a scacchi metaforicamente bianco e nero, la stella del Rione Trastevere. Il campionato nazionale dilettanti vede, nel girone G tutto sardo-laziale ma anche un pizzico campano, protagonista la compagine del patron Pier Luigi Betturri che, con 32 punti raccolti in 14 giornate (gli amaranto devono recuperare il match casalingo contro il Città di Anagni domenica 30 dicembre, ndr), si trova al primo posto in classifica. L’ultima grande soddisfazione, epica nei connotati quanto storica, i romani l’hanno raccolta in Irpinia, allo stadio Partenio: poker secco inflitto ai biancoverdi dell’Avellino con grande disinvoltura. Uno degli artefici di questa splendida cavalcata intrapresa dal Trastevere è, senza dubbio, Stefano Mattiuzzo: direttore sportivo da quest’anno nei ranghi del club rionale. “Stiamo vivendo un gran bel momento – commenta uno dei ds top nel Lazio – il Trastevere è una realtà consolidata in serie D: la proprietà sta raccogliendo i frutti di un lavoro ben fatto nel corso degli ultimi anni”.

La guida tecnica è stata affidata all’ex Eretum Monterotondo Fabrizio Perrotti, un grande tecnico oltre che assoluto gentiluomo a cui Mattiuzzo, col placet della proprietà, ha consegnato una squadra rimodulata rispetto al Trastevere versione 2017/2018: un team con giocatori avvezzi alla categoria, pronti a far da chioccia ad un nutrito gruppo di baby davvero intriganti. “La rosa – prosegue Mattiuzzo – è stata modificata rispetto al recente passato, si è cercato di rispettare la filosofia intrapresa nel corso del tempo: il clima molto professionale ma allo stesso tempo familiare che si respira qui a Trastevere ci ha consentito di individuare profili funzionali alla nostra causa con estrema chiarezza. Stiamo cercando di valorizzare anche i nostri giovani: sono diverse domeniche che nell’undici di partenza figurano due classe 2000, ad esempio”. L’euforia da primato può dare alla testa se non la si riesce a gestire: con uno come Mattiuzzo però tale pericolo ipotetico è scongiurato. “Siamo primi non a caso ovviamente – conclude il diesse capitolino – ma non possiamo abbassare la guardia o cullarci sugli allori, il calcio ti porta dalle stelle alle stalle in un attimo, è fondamentale lavorare con senso di appartenenza e grande spirito di sacrificio come è consuetudine qui da noi, il campionato è lunghissimo e estremamente complicato: dobbiamo rimanere umili e non volare troppo coi pensieri”.

Gabriele Tossio

Gazzetta Regionale